GLI DEI

Il nome (impronunciabile) di Jahweh ha presumibilmente origini sumere. Jahweh altro non è che lo scioglimento presunto del tetragramma YHWH, che nella lingua ebraica non è pronunciabile, talvolta ritrovato anche in forma breve, probabilmente risalente a periodi ancora precedenti, di Jah e Jaho. Tutt'oggi ci si interroga senza soluzione su quale sia l'effettiva pronuncia.

 

riscriviamo dalla wikipedia:

La vocalizzazione O A I sembra molto forzata. E' accettata la vocalizzazione A E, che fa riferimento al testo del capitolo 3 del libro dell'Esodo in cui Dio rivela il suo nome a Mosè. In questo caso dal testo si evince che יהוה è una forma arcaica del verbo essere in ebraico (hawah, moderno hajah), significante "Io sono", nella forma causativa. [Si veda Yahweh]

Forzata è anche la vocalizzazione I I, che deriverebbe da un'altra trascrizione (יי). Si tenga poi presente che la lettera vav (ו), una volta vocalizzata in O od U, perde il suono V per assumere un suono puramente vocalico, quindi il tetragramma potrebbe tranquillamente essere una sequenza di soli suoni vocalici.

In tempi recenti altri studiosi hanno analizzato alcuni nomi ebraici di persone o luoghi contenuti nelle scritture che contengono una forma abbreviata del nome divino. Le ipotesi scaturite da questi studi separati si concentrano su una fonetizzazione con tre sillabe come ad esempio 'Yahowah' o 'Yahuwah' (George Wesley Buchanan professore emerito del Wesley Theological Seminary di Washington)

 

Come ci insegnano gli studi di molti filologi, possiamo quindi risalire ad una molto probabile origine di queste parole, specialmente riprendendo le due forme più arcaiche accennate prima di Jah e Jaho. Sappiamo infatti che la lettera vav (come è scritto anche nell'estratto dalla wiki) "una volta vocalizzata in O od U, perde il suono V per assumere un suono puramente vocalico"; abbiamo quindi la lettura sillabica:

 

IA - U

IA (ya, za): su questo termine non ci soffermiamo troppo, significa "succo", "acqua forte"

U: è invece uno dei fonemi più importanti in assoluto del linguaggio del vicino Oriente, ha significati tutti riconducibili all'idea di fertilità, "copulare", "pioggia", "vegetazione";

IA-U è quindi il succo della fertilità

 

Per i teologi la spiegazione è semplice: per le prime civiltà la pioggia era la fonte di vita delle piante, e visto che il seme dell'uomo permetteva la nascita di nuovi uomini, era ovvio assimilare la pioggia al seme di Dio, il tuono ed il fulmine a sue manifestazioni,il Suo respiro e la Sua voce.

La Sua voce è il Logos, il maltradotto Verbo o Parola, di cui Giovanni ci parla all'inizio del suo EuAngelion:

 

In principio era il Verbo,
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
2Egli era in principio presso Dio:
3tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che
esiste.
4In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
5la luce splende nelle tenebre,
ma le tenebre non l'hanno accolta.

 

In greco (lingua originale di questo Vangelo) la parola 'Verbo' era Logos (logos), dal significato ben più profondo all'epoca, ripetuto da Giovanni tre volte.

 

Tale riferimento si ritrova nel termine Yahweh Sabaoth:

3 Quest'uomo andava ogni anno dalla sua città per prostrarsi e sacrificare al Signore degli eserciti in Silo, dove stavano i due figli di Eli Cofni e Pìncas, sacerdoti del Signore. (I Samuele 1)

 

Signore degli eserciti è appunto la traduzione di Yahweh Sabaoth, rimasta nella liturgia:

Sanctus, Sanctus, Sanctus, Dominus Deus Sabaoth

Tale termine, Sabaoth, proviene dalla radice sumera SIPA-UD, dove SIPA vuol dire "pastore", proveniente dall'originale epiteto SIPA = pene, e UD, col significato di "tempesta": il pene della tempesta, da associare al dio sumero della tempesta Iskur (pene potente), dove è palese ravvisare nell'immaginario sumero l'associazione tra un pene potente, quindi possente e una sorta di capo degli eserciti; infatti ISKUR sumero era detto ADAD
o RAMMAN dai Babilonesi, ed ADAD sta per Signore Potente.

 

Poiché quindi la vita proviene dal seme divino alle piante medicinali veniva attribuita grande importanza, e maggiore la loro capacità di curare o uccidere, maggiore era ritenuta la loro purezza. Si pensi a questo titolo alla parola GES (anche GIS) che vuol dire albero, legno, unita alla parola TIN, che sta sia per "vivere" che per "intossicare", che danno forma a GESTIN o anche GESIITIN, l'albero della vita, la vite. Il nome di Gesù (Jesus) è però legato a doppio filo a questo tipo di significato tramite l'ebraico originale Joshua:

Il nome originale Joshua era Hosea ("salva"), e Mosè lo muto in Joshua ("Salvezza di Dio"), simboleggiava la sua funzione, e impersonava quella di un grande Salvatore, Jesus (Heb.1:8, Num.13:8)

JA-U-ShU-A, ""seme, salvatore, guaritore", in cui si rispecchia anche il già citato JA-U, che ne attesta le origini divine, ShU, che sta per "salvare" e A, che sta per "seme"; d'altronde riferimenti a questo ruolo ci sono anche nei vangeli canonici:

22 Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: "Non è il figlio di Giuseppe?". 23 Ma egli rispose: "Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso.

 

D'altronde il titolo di Salvatore, in greco Soter, è palesemente riferito alla sua funzione di guaritore, più volte esercitata, che rispecchia appunto la radice ShU, "salvare".

Molti studi attestano che l'origine sia la stessa (e qualcuno dice che l'uno ha ispirato l'altro) del dio greco Dioniso, JA-U-NU-ShU, dove al precedente si è solo sostituito A con NU, facendo quindi un più esplicito riferimento al seme inteso come sperma.

 

Alcuni funghi venivano indicati come BAR-IA-U-NA, capsula di fecondità, ovvero utero; a causa di traduzioni discutibili se ne perde traccia nella bibbia, ma esso viene citato nel I libro dei Re, 7:16:

la parola ebraica Kotereth, dall'accadico Katarru, sta appunto per fungo - capitello; ma prove di ciò sono rimaste, appunto, in molti capitelli, come testimoniano immagini riportate su questo sito;

 

lo ritroviamo ne I Giudici, 9:

Iotam, informato della cosa, andò a porsi sulla sommità del monte Garizim e, alzando la voce, gridò: "Ascoltatemi, signori di Sichem, e Dio ascolterà voi! 8 Si misero in cammino gli alberi
 

per ungere un re su di essi.
Dissero all`ulivo:
Regna su di noi.
9 Rispose loro l`ulivo:
Rinuncerò al mio olio,
grazie al quale
si onorano dei e uomini,
e andrò ad agitarmi sugli alberi?
10 Dissero gli alberi al fico:
Vieni tu, regna su di noi.
11 Rispose loro il fico:
Rinuncerò alla mia dolcezza
e al mio frutto squisito,
e andrò ad agitarmi sugli alberi?
12 Dissero gli alberi alla vite:
Vieni tu, regna su di noi.
13 Rispose loro la vite:
Rinuncerò al mio mosto
che allieta dei e uomini,
e andrò ad agitarmi sugli alberi?
14 Dissero tutti gli alberi al fungo:
Vieni tu, regna su di noi.
15 Rispose il fungo agli alberi:
Se in verità ungete
me re su di voi,
venite, rifugiatevi alla mia ombra;
se no, esca un fuoco dal fungo
e divori i cedri del Libano.

le traduzioni sono solite tradurre anziché fungo con rovo, ma ci si può rifugiare sotto la cappella di un fungo, non sotto un rovo, e la traduzione è comunque plausibile.

Il fungo raccoglie nel suo veloce sviluppo la forma di vulva, utero, all'inizio, per crescere rapidamente e ricordare la forma del pene, del fallo, come dimostra la parola ebraica Kotereih che deriva dal sumero GU-TAR, "testa del pene".

Il suo nome Semitico è invece phutr, quello Aramaico Pytra, che ci riconducono al biblico Pietro. Questo è comprovato dal Vangelo di Giovanni, 1:42

Tu sei Simone, il figlio di Giovanni

che nella versione originale suona Bar-Jonah, guardacaso identico a BAR-IA-U-NA

Cefa è invece Cepha, che sta per Cipolla (nome scientifico: Allium Cepa) che ha però le stesse origini (visto che siamo nell'ambito di lingue neolatine) di Cèpe, Ceps, fungo in francese.

Inoltre il significato enteogenico si ravviva nell'ammirare semplicemente la citazione:

 

E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. 19 A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli". 20 Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

 

che si riconduce ad un altro insieme sillabico sumero indicante il fungo: MASh-BA(LA)GANTA-TAB-BA-RI, che letteralmente vuol dire: "tu sei colui che permette l'accesso (rende reale, realizza) al regno"